Lo dicono uno studio italiano e uno statunitense
Buone notizie per gli amanti della pasta al burro. Due distinte ricerche assolvono questi alimenti tanto amati dagli italiani.
Chi ha bandito la pasta e burro pensando che faccia ingrassare può ripensare questa scelta alimentare: secondo uno studio italiano condotto presso il Dipartimento di Epidemiologia dell'IRCCS Neuromed di Pozzilli (Isernia) chi consuma in media 50 grammi di pasta al dì col burro o comunque una quantità equivalente al 10% delle calorie giornaliere totali, tende a essere più "magro" di chi invece ne limita il consumo.
La pasta e burro è infatti una fonte di carboidrati (zuccheri complessi) a “indice glicemico” moderato.
Per indice glicemico si intende la velocità con cui l'alimento viene trasformato in zucchero semplice (glucosio) dall'organismo.
Minore è la velocità, più salubre è l'alimento.
Basti pensare che se assumiamo una bibita zuccherata o uno snack confezionato, ricchi di zuccheri, quindi con un indice glicemico elevato subiamo un picco glicemico (cioè la quantità di zuccheri nel sangue si impenna repentinamente). La pasta, invece, ha un indice moderato, anche più basso di riso, pane, patate.
Nel caso del burro, accusato per anni di essere causa di malattie cardiovascolari e per questo motivo eliminato da ogni dieta, secondo una ricerca ricerca condotta dalla Friedman School of Nutrition Science and Policydella Tufts University (Usa) su oltre 635mila persone e pubblicata sulla rivista Plos One, questo alimento non solo non fa ingrassare ma, addirittura, previene il diabete. Tutto in virtù dell’eccessiva quantità di grasso di latte presente durante la lavorazione.
Colpevole di causare malattie cardiovascolari non è quindi il burro, ma lo stile di vita di chi assume questo alimento.
Ci stiamo allontanando dalle posizioni rigide e intransigenti che costringevano i consumatori a diete severe e fortemente penalizzanti e quindi controproducenti. Come in tutte le cose la differenza la fa la quantità. Uno stile di vita sano che elimina gli eccessi è la risposta giusta.